

Sono Rossella Buemi, insegnante, rieducatrice del gesto grafico ed esperta MA.VI.
Nella mia esperienza ho coniugato nell’insegnamento della lettura e scrittura queste due “competenze”: i giochi metafonologici MA.VI. (educazione al suono) e le attività grafiche (educazione al gesto).
Il movimento grafico prima e quindi la scrittura a mano dopo, attiva nell’essere umano molte aree celebrali che stimolano le funzioni esecutive, il linguaggio, il pensiero, il movimento, la memorizzazione e la lettura.
Secondo il modello evolutivo di Uta Frith, diviso in quattro stadi (logografico, alfabetico, ortografico e lessicale), in cui le fasi non possono essere saltate o radicalmente modificate, il metodo di insegnamento scelto può favorire il passaggio da uno stadio all’altro e prevenire la disgrafia e la disortografia. Anche nel caso di Bili (bisogni linguistici) queste tappe vanno adattate ma comunque mantenute.
Proprio nella fase alfabetica, nella quale inizia la conversione fonema – grafema, si apprende la capacità di percepire i suoni dei singoli fonemi, unita al gesto grafico di rappresentazione dei grafemi corrispondenti, attraverso la pianificazione visuo-grafo-motoria.
Giochiamo con i suoni dei singoli grafemi attraverso i giochi MA.VI., con le rime, con le assonanze, con i rumori.
Abbiniamo questi suoni ai segni grafici, gesti motori armoniosi e non frammentati, abituando così i bambini ad ascoltare e poi produrre gesti grafici.
Da qui l’importanza della scrittura a mano e in corsivo fin dalla scuola dell’infanzia, non come insegnamento del segno grafico corsivo vero e proprio che avviene alla scuola primaria, ma come gesto motorio associato a suoni: fiocchi, colline, coppe, onde… e ad ogni segno associamo un suono: come in un’ orchestra di strumenti.
Le lettere in corsivo danzano in sottofondi musicali prodotti dalla voce, attivando la comunicazioni tra le aree celebrali. Lasciamo da parte lo stampato e la tastiera del pc, piuttosto indirizziamo il bambino ad esprimere creatività, motricità, musicalità!
Diamogli la possibilità di riappropriarsi di quella naturale prassia perché…
si impara a leggere e scrivere tracciando segni, non accostando lettere!
Bibliografia:
- Frith U. (1985), “Beneath the surface of developmental dyslexia”; in K.E. Patterson. J.C Marshall., M. Coltheart, Surface Dyslexia: cognitive and neuropsychological studies of phonological readin. Lawrence Erlbaum Associates, London.
- Sebastiani M.M. e Valenzano E. (2023), “Educare alla lettura con il metodo MA.VI”, Amazon.
- Nusiner M. (2019), “Pedagogia del gesto grafico per la scuola dell’infanzia e primaria. Introduzione al Corsivo subito! Metodo A.E.D.”, Erga edizioni.
